Nelle più svariate forme e colori, la trottola ha origini antichissime risalenti addirittura ai Greci e ai Romani, ed oltreoceano agli indiani pre-colombiani.
Lo scopo del gioco è quello di fare lanci precisi per far sì che la trottola giri più tempo possibile, ma in antichità erano vere e proprie sfide a due in cui l'obiettivo era quello di distruggere la trottola avversaria e prenderne la punta come trofeo.
Una variante della trottola è quella ideata appositamente per i bambini piccoli: decorata con diversi disegni e colori, ha un funzionamento a molla e una base su cui poggiarsi prima di iniziare a girare.
Sembrerà strano ma la trottola, essendo uno strumento che sfrutta l'energia cinetica, è anche fonte di studi matematici: esistono infatti diverse formule per calcolare e descriverne i movimenti.
Io, di trottola, oltre a quelle d'infanzia (ormai perdute) avevo lo "Strummolo": antica versione napoletana completamente in legno, con la punta metallica, e delle scanalature orizzontali per permettere un migliore avvolgimento della corda. Ci ho giocato parecchio, anche se farla ruotare non era per niente facile... soprattutto se ci provavi sulle mattonelle di casa (rischiavi, oltretutto, pure di scheggiarle, vista la punta di metallo!).
Beh, questo è il mio strummolo (o ciò che ne rimane, visto che ho perso la corda):
Voi che trottola avevate? Avete degli aneddoti legati a questo gioco?
Lasciateci scritta la vostra esperienza in un commento! Alla prossima!
Avevo anche io la "strùmmula" (siciliana), senza scanalature però. Comprata in un paesino delle Madonie dove sopravvivevano i vecchi giochi e dove, fino alla generazione precedente, si giocava proprio a distruggere quella dell'avversario. Si poteva tirare in due modi: con la punta rivolta verso il basso, più facile, "come le femmine", oppure violentemente al contrario, facendogli fare mezzo giro in volo. Questo secondo metodo garantiva molti più minuti di rotazione sul pavimento di casa.
RispondiEliminaA volte il cordino non si srotolava del tutto e portando indietro il braccio ci si rilanciava addosso la strummula: stranamente io e mio fratello non siamo morti.